Don Mario Logroscino, nojano di nascita e padre della Fondazione Leopardi nella sua luce, apprezzava molto Putignano e l’ha frequentata dal 1965 fino ai primi anni Settanta.
Le industrie e la moda
La cittadina all’epoca contava circa 20 mila abitanti, ma a frequentarla quotidianamente erano in tanti. Scolpiti nella memoria di chi quegl’anni li ha vissuti ci sono le sagome dei “forestieri” che, arrivati con il treno per lavorare nelle nostre industrie tessili, gremivano prima il viale della Stazione e subito dopo piccoli negozi di alimentari che aprivano molto presto di proposito.
Negli anni ’60 a Putignano il rinomato settore manifatturiero era in crescita costante sia come numero di dipendenti sia come unità sul territorio e ha impiegato e offerto opportunità imprenditoriali anche alle donne.
Berretti, tessuti, abiti da sposa e da cerimonia e poi anche vestiti per adulti e bambini che venivano presentati e apprezzati alle fiere internazionali di settore: a Dusseldorf, a Parigi e anche oltreoceano a Chicago.
Le industrie hanno vissuto un periodo florido fino a quando, una serie di fattori nazionali e internazionali, hanno portato radicali cambiamenti nell’intero mondo della moda e quindi anche sul distretto putignanese.
L’Amministrazione e le opere a carattere sociale
A capo dell’Amministrazione locale c’era l’avvocato Filippo De Miccolis Angelini, al suo quarto mandato consecutivo.
L’attenzione in quel periodo è stata rivolta allo sviluppo di diverse opere di interesse per la vita sociale del paese tra cui l’asilo nido in via Spine Rossine e l’acquisto di una villa signorile a Monopoli da adibire a colonia estiva, il club degli anziani, la Caserma in via Casulli, l’Autodromo (e l’idea di realizzare un ippodromo) e altri interventi in ambito scolastico. In cantiere c’era anche la realizzazione di un parco nei pressi delle Grotte.
Dal punto di vista urbanistico, uscita dalla cerchia delle antiche mura, di anno in anno Putignano si stava espandendo per assumere l’aspetto odierno di piccola cittadina.
Le donazioni all’ospedale e al Comune
L’ospedale a fine anni Sessanta contava 118 nuovi posti letto (per un totale di 428) e nel 1969 è diventato Ente ospedaliero provinciale. Nello stesso periodo ha ricevuto consistenti donazioni da parte della famiglia Tateo e di Don Mario Logroscino.
Nel 1967, invece, il Principe Guglielmo Romanazzi Carducci ha donato al Comune di Putignano un palazzo in Piazza Plebiscito e la villa in campagna a San Pietro Piturno, con annessi 100 ettari di terreno. Il primo da destinare a museo civico, la seconda a casa di riposo per anziani.
Il carnevale e il tempo libero
Il carnevale all’epoca scandiva il ritmo dei lavori in campagna a cavallo tra l’inverno e la primavera ed era un momento di festa per tutta la comunità. Se i carri allegorici donavano gioia e colore alle vie cittadine, erano i sottani del centro storico i luoghi preferiti dai giovani dell’epoca. Vestiti a maschera, a volte irriconoscibili, animavano le serate organizzate in occasione dei giovedì carnascialeschi a tema.
Tra le abitudini in voga ancora oggi c’era la passeggiata domenicale su corso Umberto I, una strada piena di negozi, botteghe e drogherie in cui era possibile trovare di tutto. Luoghi di ritrovo per una pausa e delle chiacchiere in compagnia erano i bar, tra questi il bar Moka, il bar dell’Angolo e il bar Carlino. È in quest’ultimo che Don Mario Logroscino prendeva la sua granita al caffè con panna, di ritorno dai suoi possedimenti, e ammirava la vivace vita cittadina.
Silvia Lopriore
Staff Comunicazione "Fondazione Leopardi nella sua luce"