Rita Tagarelli ricorda Don Mario: in pochi lo hanno conosciuto davvero

Pochissime persone lo hanno conosciuto personalmente ma non intimamente”. Fra le poche persone che hanno conosciuto personalmente “Don Mario”, agli atti Domenico Mario Logroscino, c’è la signora Rita Tagarelli, nojana oggi 90enne, dalla mente vibrante e i ricordi sempre lucidi.

La storia della sua famiglia è piena di incontri e legami ravvicinati con la famiglia Logroscino ma al contempo quando si parla di lui, di “Don Mario” come la signora Rita lo chiama, le parole diventano sfumate, le certezze ipotesi, perché “ha sempre vissuto per conto suo, era molto schivo”.

Eppure le occasioni per conoscersi c’erano tutte. Rita è nata, così come i suoi fratelli, proprio a Palazzo Logroscino, nel centro di Noicattaro, dove il suo papà Sebastiano a partire dal 1927, fresco sposo, aveva affittato appartamento e studio medico. Sebastiano Tagarelli era anche il medico di famiglia dei Logroscino. Mentre nonno Donato Tagarelli era stato il maestro di un giovanissimo Mario Logroscino.

I rapporti fra le famiglie non si fermavano però a questo. La madre di Rita Tagarelli, la nocese Maria Tinelli, vivendo a Palazzo Logroscino aveva instaurato un forte legame di amicizia con la mamma di Mario, Donna Elvira Leone. Lei stessa, Rita bambina ricorda di essere stata spesso coccolata da Donna Elvira e da Donna Geppina, la zia nubile di Mario che viveva nel Palazzo assieme all’altro zio Don Giovanni Leone.

Quella dei Logroscino era una famiglia patriarcale”, evidenzia la signora Rita.

Per cultura e fascia sociale, mio padre e Don Mario, avrebbero dovuto diventare amici, ma pochissime persone lo hanno conosciuto personalmente ed ancora meno in modo intimo”, ricorda ancora Rita.

Qual è secondo lei il legame di Logroscino con Putignano e il Santa Maria degli Angeli? “So che fece degli accertamenti diagnostici al Monte Laureto, ma non vi è mai stato ricoverato perché non era tubercolotico. Quelle visite mediche potrebbero essere state per lui l’occasione di rimanere positivamente impressionato da quella struttura ospedaliera: non era solo una casa di cura, lì si respirava calore umano”. La signora Tagarelli resta però nel campo delle ipotesi: “Immagino che quell’impressione così positiva lo abbia convinto a donare il suo patrimonio per ampliare quella struttura sanitaria”.

La signora Rita evidenzia la grande cultura di Don Mario ed in particolare “la sua affinità ai principi morali e poetici di Leopardi”. Da qui il nome indicato per la Fondazione, anche perché: “È chiaro che non voleva passare alla storia con il suo nome, non era quello il suo intento, – sottolinea Rita Tagarelli – lui non ci ha mai tenuto al giudizio umano”.

Rossana Paolillo
Staff Comunicazione "Fondazione Leopardi nella sua luce"


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